Celiachia, le 10 domande più frequenti

In Italia aumentano in casi di intolleranza al glutine. In occasione della giornata mondiale dedicata alla lotta contro questa malattia, abbiamo cercato di fare chiarezza

In Italia sono quasi 200 mila le persone affette intolleranti al glutine. Ma potrebbero essere di più. Spesso chi ne è affetto non lo sa. In alcuni casi la malattia infatti non dà sintomi. Si stima che sono circa 400 mila i casi non ancora diagnosticati. Lo dicono i dati della relazione del Ministero della Salute sulla celiachia inviata al Parlamento lo scorso gennaio.

Le stime dicono anche che il numero delle persone che soffrono di intolleranza al glutine è in aumento. «L’incremento dei casi di potrebbe dipendere sia da un maggiore consumo di alimenti che contengono glutine sia dai criteri di diagnosi sempre più avanzati che hanno permesso di individuare la malattia in un numero maggiore di casi», spiega la dottoressa Nicoletta Bocchino, biologa nutrizionista.

Il disturbo colpisce più le donne (139 mila) che gli uomini (59 mila). «La celiachia è una malattia autoimmune. L’incidenza maggiore nella popolazione femminile potrebbe dipendere dal fatto che le donne rispetto agli uomini sono maggiormente colpite da autoimmunità per via degli ormoni sessuali». In occasione della giornata mondiale della celiachia che si le celebra il 16 maggio abbiamo cercato con l’aiuto dell’esperta di fare chiarezza su questa malattia.

Che cos’è?

«La celiachia – continua la nutrizionista Nicoletta Bocchino – è una malattia autoimmune che insorge in soggetti geneticamente predisposti. Colpisce l’intestino tenue attraverso una risposta del sistema immunitario all’ingestione di glutine, una proteina che si trova in alcuni alimenti».

 

Come si manifesta?

«I sintomi sono diversi. I più comuni sono la diarrea, gonfiore addominale e dolore e nel caso sia colpito un bambino, ritardo della crescita fisica. In altri casi la celiachia si manifesta anche con sintomi che non interessano strettamente l’intestino come l’anemia, la perdita di struttura ossea, il deficit di vitamine o di minerali, ad esempio di ferro. In altri casi, invece i sintomi sono assenti e la patologia viene diagnosticata casualmente in presenza di altre patologie di tipo autoimmunitario come ad esempio il diabete di tipo I, di malattie neurologiche o di altri tipi di disturbi come herpes, stomatite, difficoltà di concepimento nella donna, tiroidite oppure di una serie di allergie e intolleranze alimentari, come quella al lattosio» dice l’esperta.

 

Come viene diagnosticata e quali sono gli esami da fare?

«La diagnosi dell’intolleranza al glutine avviene attraverso la valutazione del quadro clinico da parte del medico, attraverso gli esami del sangue e tramite l’esame istologico di biopsie del duodeno con la gastroscopia» spiega la nutrizionista.

Come si cura?

«L’unico modo per curare la celiachia per chi ne soffre è eliminare il glutine dalla dieta evitando tutti gli alimenti che lo contengono come frumento, grano, orzo, farro, segale, grano khorasan (kamut), cous cous, bulgur, spelta, monococco, malto e i loro derivati come le bevande (ad esempio la birra), le farine, gli amidi, le semole, i prodotti da forno. E ancora gli alimenti preconfezionati e le carni conservate che lo contengono tra gli ingredienti. Attenzione poi anche ai risotti pronti, ai preparati a base di formaggi, a salumi e insaccati, al pesce conservato, alle uova liofilizzate, alle bevande vegetali (mandorla, cocco, nocciole eccetera) che potrebbero contenerlo. Il consiglio per chi ne soffre è sempre di leggere con attenzione le informazioni contenute nelle etichette dei prodotti prima di consumarli» suggerisce la nutrizionista Nicoletta Bocchino.

Fonte: https://www.vanityfair.it/benessere/salute-e-prevenzione/2018/05/16/celiachia-domande-frequenti